No rest for the wicked, nuova via in Alaska di John Frieh e Jess Roskelley
Il 29 e 30 maggio 2014 gli alpinisti statunitensi John Frieh e Jess Roskelley hanno effettuato la prima salita di No Rest for the Wicked (IV + AI6 M7), una difficile nuova via di ghiaccio e misto sulla cima West Witches Tit in Alaska. Il report di John Frieh.
Quasi cinque anni fa ho fatto il mio secondo viaggio in Alaska, nel quale Dave Burdick ed io abbiamo effettuato la prima salita della cresta ovest della Burkett Needle. Quella salita mi ha segnato e ho cominciato a fare una lista di salite che volevo fare in quella zona. Una delle linee che ho trovato online nella ottima galleria fotografica di John Scurlock è stata la Cresta Ovest della West Witches Tit. La foto di John la faceva sembrare una serie di facili rampe di granito, mentre Dieter Klose (l’ex alpinista che conosce il massiccio del Stikine meglio di tutti) ci aveva confermato che la cresta era ancora inviolata.
Nel mese di agosto del 2013 sono volato in Alaska con un gruppo di Portland per tentare quella linea; purtroppo l’inverno asciutto seguito da una calda estate ha fatto sì che i ghiacciai fossero invalicabili, quindi il team ha optato per la classica Cresta Est del Devils Thumb. Poi, ad inizio stagione, un fastidioso infortunio mi ha costretto a non fare parte di quella salita. Dovevo tornare.
Quest’anno sono tornato e il 28 maggio con Jess Roskelley siamo volati da Seattle a Petersburg, dove abbiamo preso un po’ di gas, poi con un altro aereo siamo volati fino all’unica zona di atterraggio del massiccio, a SE del Devils Thumb. Abbiamo subito esplorato parte dell’avvicinamento prima di andare a dormire. La mattina seguente (29 maggio) abbiamo lasciato il nostro campo intorno alle 3:30 del mattino e abbiamo iniziato la lunga traversata attorno al massiccio del Devil’s Thumb per raggiungere l’attacco della nostra via sulla West Witches Tit.
Dopo più di 8 ore di cammino, attraverso numerosi ghiacciai e creste da salire in arrampicata e scendere in corda doppia, abbiamo finalmente raggiunto la cresta ovest dove siamo rimasti “piacevolmente sorpresi” di scoprire che era tutt’altro che una serie di facili rampe di granito. Ci siamo fermati a bere un po’ e abbiamo discusso le nostre opzioni; se fosse stato più tardi dubito che avremmo provato. Ma alla fine Jess ha detto “perché no?” e abbiamo iniziato la salita poco prima di mezzogiorno.
Quasi subito abbiamo affrontato una sezione di misto difficile. Continuavo a pensare “questo dev’essere il passo chiave!” per poi dover affrontare un altro passaggio difficile. A circa metà via Jess ha salito senza dubbio uno dei, se non il, tiro più difficile che abbia mai visto in montagna. Un camino largo 15 pollici, perfettamente liscio e impossibile da scalare se non fosse stato per la lingua di ghiaccio incassata nel camino stesso. All’uscita abbiamo dovuto salire alla Piaz una lama, per poi mettere i piedi sopra la testa e piantare le piccozze in brutta neve. Non male! Siccome Jess ha impiegato 2 ore per quel tiro il mio istinto mi diceva di tornare indietro, ma non potevo lasciare che un tale tiro, salito in maniera così fiera, andasse sprecato. Questa lunghezza è stata seguita da altra arrampicata difficile; nel complesso mi ricordo 3 o 4 tiri attorno all’ M6 e un difficile tiro di M7. Vicino alla cima abbiamo attraversato la linea di discesa utilizzata da Bill Belcourt e Randy Rackliff durante la prima salita della West Witches Tit nel maggio del 1995.
Abbiamo raggiunto la vetta intorno alle 23:30, compiendo la quinta salita complessiva delle West Witches Tit. Abbiamo discusso le possibili opzioni; sapevamo di una linea di discesa lungo la parete sud che avrebbe reso il nostro rientro al campo più breve, ma eravamo molto preoccupati di non riuscire a trovarla al buio ma anche di scendere su terreno sconosciuto. Alla fine abbiamo optato per la linea scelta da Belcourt / Rackliff poiché sapevamo dove iniziava e avevamo anche delle buone informazioni direttamente da Randy e Bill. Questa si è rivelata la decisione giusta, visto che la loro eccellente linea ci ha portato giù per del terreno molto ripido con una corda singola da 70m. Per inciso, la loro linea ancora non ripetuta sulla parete SO sembra incredibile.
Abbiamo raggiunto il ghiacciaio intorno alle 5:00; a questo punto per me tutto diventa nebuloso, tutto sommato eravamo svegli e in piedi da 36 ore, con misere 3000 calorie a testa. Probabilmente ci saremmo appisolato al freddo per un po’ ma la finestra di bel tempo si stava chiudendo rapidamente quindi abbiamo marciato velocemente fino al nostro campo dove Wally ci ha prontamente raccolto.
“No Rest for the Wicked” è la mia quarta prima salita sul Stikine Ice Cap nei cinque anni che ho arrampicato lì e una delle, se non la, via più dura che io abbia mai salito, ovunque. Spero di non sembrare arrogante nel dire questo, ma sono orgoglioso del nostro sforzo.
di John Frieh.
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