Eiger parete nord: intervista con Tom Ballard dopo l’apertura di Titanic

Alpinismo: intervista con l’alpinista inglese Tom Ballard dopo la prima salita di ‘Titanic’ (A3 / M5 / 6b, 2000m), la nuova via aperta sulla parete nord dell’Eiger (Svizzera) dallo stesso Ballard insieme al polacco Marcin Tomaszewski dal 29 novembre al 6 dicembre 2016.

Come riportato pochi giorni fa, sull’Eiger l’alpinistaingleseTom Ballarde il polaccoMarcin Tomaszewski hanno aperto Titanic, una difficile nuova via di roccia, ghiaccio e misto sul lato sinistro della parete nord. La linea di 2000 metri scelta dai due alpinisti parte subito a destra di ‘Griff ins Licht’ (Peter Keller, Urs Odermatt 2002), la segue parallelamente sul Primo Pilastro, poi incrocia la via degli Svizzeri, supera il Secondo Pilastro ed affronta 400m di terreno vergine sul Terzo Pilastro. A causa della roccia marcia Ballard e Tomaszewski sono poi stati costretti a deviare verso sinistra e congiungersi a Seven Pillars of Wisdom per poi continuare fino in cima. Titanic non è la prima nuova via per Ballard sull’Eiger: nel 2009, quando la montagna era diventata una sua sorta di seconda casa, l’allora 20enne ha aperto in solitaria ‘Seven Pillars’. E’ stato proprio in quell’occasione che Ballard ha visto quella che sarebbe diventata l’attuale Titanic.

Tom, da dove nasce questa linea con Marcin?
Mentre mi preparavo per la prima salita in libera della via Scottish Pillars nel 2009, mi sono reso conto che tutti i tracciati pubblicati nei libri e riviste erano errati, e questo mi ha permesso di trovare lo spazio per una mia nuova via di roccia di 1000m, Seven Pillars of Wisdom! Avevo visto anche un’altra linea, e persino comprato un portaledge, ma non ho trovato il supporto necessario per le corde e l’altro materiale, e così la linea è rimasta vergine. Ma è sempre rimasta nella mia mente. Nel frattempo ho venduto il portaledge per pagare altri progetti… Qualche tempo dopo il nostro successo in Civetta, entrambi, cioè sia Marcin che io, avevamo l’idea di fare qualcosa sull’Eiger. Lui mi ha suggerito una linea sul lato destro della parete che ho respinto come troppo sgradevole in condizioni ‘invernali’, mentre io ho suggerito il mio vecchio sogno… il resto è storia!

Ci racconti dove va la nuova via?
La nostra linea inizia a soli dieci metri a destra di Griff ins Licht. Il primo tiro di roccia è alto 60m, seguito da tre tiri relativamente facili di neve e misto che hanno portato ad un bellissimo tiro di ghiaccio puro. Dopo un breve tiro su neve cominciano le “placche grigie”, ricoperti di neve. Altri due tiri con brevi tratti di misto ci hanno portati ad un tratto molto strapiombante, il primo pilastro.

Com’era?
La roccia sul tiro successivo era marcia, è toccato a Marcin salirla da capocordata. Poi ho effettuato una traversata aerea verso sinistra, dove la roccia è migliorata notevolmente e le protezioni sono diminuite! Abbiamo seguito una vaga fessura per altri due tiri, inizialmente in arrampicata artificiale, poi con un tiro che assomigliava molto all’arrampicata su misto scozzese, con la neve che cadeva dall’alto mentre scavavamo in cerca di posti dove mettere le protezioni. A questo punto è seguita un’arrampicata su neve e misto meno ripido (ma difficile per portare su il materiale) fino alla base del secondo pilastro. Qui abbiamo trascorso la nostra 3a e 4a notte in parete.

A questo punto su quel tratto di parete ci sono quattro vie: Scottish Pillars (anche conosciuta come Solitaire), Seven Pillars of Wisdom, Titanic e la via Polacca del 1968.
Sì, ma un lungo tiro in diagonale ci ha portati alla base di una immensa parete vergine, alta 400m: il Terzo Pilastro. Due tiri di roccia buona, superati in artificiale ma anche in arrampicata libera, ci hanno portati ad una enorme faglia che si è rivelata piena di roccia friabile, con massi staccati che non aspettavano altro che cadere in basso. Il nostro portaledge ha raggiunto il suo punto più alto, al 20° tiro. Quella che sembrava roccia buona dal basso invece sembrava pericolosamente friabile, così siamo saliti verso sinistra e dopo 870m di arrampicata indipendente ci siamo uniti alla mia via del 2009, Seven Pillars of Wisdom. Cinque tiri (difficile arrampicata in libera con scarponi sugli appoggi svasi) ci hanno depositati in cima al terzo pilastro.

E da qui?
Siamo partiti presto il 6 dicembre e abbiamo raggiunto la vetta intorno alle 14:00. Le condizioni nella parte alta della parete, chiamata ’Lauperschild’, non erano ideali. Poi c’è stata la discesa, 18 calate per ritornare al terzo pilastro, durante le quali abbiamo avuto anche dei piccoli momenti difficili: roccia friabile, la corda che si è incastrata, abbiamo dovuto tagliare le corde, vecchi spit che venivano via, la ricerca disperata di ritrovare i nostri passi al buio … stanchi e assetati abbiamo raggiunto il nostro portaledge alle 20:30. Il giorno dopo abbiamo recuperato le corde dal terzo pilastro e poi ci siamo calati, 40 corde doppie in totale!

Come descriveresti la salita?
Abbiamo seguito una linea molto naturale, siamo stati condotti verso l’alto dalla montagna stessa. Ci ha offerto un’arrampicata interessante e varia, e portare su il materiale è stato un duro lavoro!

Come è protetta la via?
Abbiamo piantato 24 spit sui tiri e 26 alle soste. Avevamo un trapano a batteria, e questo è stato di valore inestimabile. Gli spit che abbiamo usato per la discesa sulla parete Lauper sono stati piazzati tutti a mano. Sapevo per esperienza che la roccia dell’Eiger può a volte essere estremamente liscia, e altre volte offre delle fessure superbe! La roccia ci ha permesso di lasciare soltanto un paio di chiodi in parete. Marcin ha usato molti ‘iron hawks’ sui tiri che ha aperto in artificiale, ed ad entrambi sarebbe piaciuto avere più viti da ghiaccio sulla parte superiore.

Che stile avete adottato? E cosa era importante per voi?
La cosa importante era arrivare in cima! Sono arrivato a Interlaken con il treno a mezzanotte del 28 novembre. Marcin mi ha raggiunto in macchina, guidando dalla Polonia. Abbiamo trascorso la notte nell’unico parcheggio gratuito a Grindelwald! La mattina successiva abbiamo preparato la nostra attrezzatura in 4 zaini pesanti e 2 haulbags, e abbiamo preso il treno per Alpiglen. Poi ci siamo trascinati verso la parete in due fasi, c’era una quantità irresoria di neve. Abbiamo iniziato a salire la mattina del 30 novembre… e abbiamo raggiunto la vetta intorno alle 14:00 del 6 dicembre. Dopo la nostra notte ottava notte in portaledge ci siamo calati a terra. Credo che questo si chiami stile capsula.

Questa è la vostra seconda grande via insieme dopo quella in Civetta. Ci parli velocemente della cordata Ballard – Tomaszewski?
So che lui ha un enorme esperienza di arrampicata big wall alla quale attingere. Io ho una grande esperienza sulle Alpi… quasi sempre salite in solitaria però, di conseguenza trovo un po’ difficile ad adattarmi a lavorare con qualcun altro. Mi dispiace per tutti i miei partner, non dico praticamente nulla! Ma credo che questo lui lo sapesse già dal Civetta, quindi era contento di stare in silenzio! Io ho fornito tutta la mia ‘conoscenza’ dell’Eiger, che si basa su più di 100 giorni trascorsi su questa enorme parete. Quello che sappiamo è che entrambi abbiamo le capacità di far fronte a quasi tutto quello che la via avrebbe potuto gettarci addosso!

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