Fredrik Ericsson, incidente fatale sul K2
Il 6 agosto lo svedese Fredrik Ericsson è morto dal Collo di Bottiglia sul K2. Era in compagnia dell’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, che è scesa illesa al campo base. Nel report di Ralf Dujmovits, marito della Kaltenbrunner, dettagli e la dinamica dell’incidente.
Per molti il K2 è la montagna più bella al mondo. Ancora una volta però la montagna selvaggia ha mostrato il suo lato più oscuro: venerdì scorso lo svedese Fredrik Ericsson è scivolato verso la morte nei pressi del Collo di Bottiglia a quota 8200 – 8030m circa durante un tentativo alla cima insieme a Gerlinde Kaltenbrunner. L’austriaca non ha potuto fare altro che testimoniare la caduta del compagno di cordata e ora, dopo una difficile discesa, si trova al campo base assieme al marito Ralf Dujmovits, che sul suo sito ha pubblicato il resoconto delle drammatiche ore sul K2 e pubblicate di seguito. Come molti ricorderanno, un anno fa il roveretano Michele Fait perse la vita sul K2, e precisamente sulla via Cesen, mentre era impegnato, proprio assieme a Fredrik Ericsson, nel progetto di effettuare la prima difficilissima discesa con gli sci di questa montagna. Un progetto di discesa che Frederik Ericsson non ha mai abbandonato. Era un sogno che l’aveva così stregato che semplicemente non poteva abbandonalo. Così, lo scorso venerdì 6 agosto, quando è precipitato per sempre all’inizio del Collo di bottiglia del K2, aveva ancora i suoi sci in spalla.
Fredrik Ericsson K2
dal sito www.gerlinde-kaltenbrunner.at / pubblicato il 06/08/2010
Dopo aver consultato il padre del nostro amico Fredrik e dopo collegamenti radio con Gerlinde, vorrei informare sull’incidente avvenuto durante la salita in vetta del K2. Stanotte alle ore 01:30 Fredrik, il suo amico Trey e Gerlinde erano partiti assieme dal Campo IV posto sulla Spalla del K2. Poiché il tempo era stato brutto dalle 23:00 circa, gli altri sei alpinisti sono rimasti nelle loro tende. Il vento forte e la scarsa visibilità sono stati i motivi di questa loro decisione. Dopo aver ricevuto conferma, la sera prima, da Charly Gabl di Innsbruck che il tempo sarebbe migliorato durante la seconda metà della notte, i tre alpinisti hanno mantenuto la loro decisione di salire. Alle 07:00 Gerlinde si è messa in contatto radio dall’inizio del cosiddetto Collo di Bottiglia: soltanto lei e Fredrik stavano ancora salendo, con scarsa visibilità e vento freddo. Trey era tornato indietro.
Un’ora più tardi, verso le 08:10, Gerlinde si è rimessa in contatto, era inorridita: Fredrik era caduto mentre era al suo fianco e immediatamente lei stava scendendo per cercarlo. Poco tempo dopo ha riferito di aver trovato soltanto uno dei due sci che Fredrik portava con sé. Probabilmente Fredrik era caduto verso il grande fianco, sulla destra orografica rispetto alla linea di salita dal Campo III verso la spalla. Con la visibilità ridotta non era possibile riconoscere le cose con più precisione. Durante altri collegamenti successivi, Gerlinde ha raccontato che Fredrik voleva piantare un chiodo per preparare una sosta in un canale posto sul lato del Collo di Bottiglia. Stava arrampicando da primo, slegato, si trovava in neve profonda e probabilmente era scivolato e non era riuscito a frenare la caduta.
Gerlinde è scesa molto lentamente, ancora con scarsa visibilità, e verso le 09:00 circa ha incontrato Za?uski Darek e Fabrizio Zangrilli che nel frattempo stavano salendo dalla spalla. A questo punto ad entrambi vanno i miei sinceri ringraziamenti per essere saliti verso Gerlinde in queste difficili circostanze. Poco tempo dopo tutti e tre erano nuovamente al Campo IV sulla spalla.
Nel frattempo il russo Yura Ermachek era sceso dalla spalla verso il Campo III e poteva vedere il versante della montagna, alto circa 800m e posto lateralmente rispetto alla via di salita. In effetti è riuscito ad individuare il corpo immobile di Fredrik e probabilmente anche il suo zaino, circa 400m più in alto in diagonale dal campo III (7200m). L’espertissimo Yura è sceso ulteriormente e si è convinto che attraversare l’enorme parete fino a Fredrik avrebbe comportato sesporsi ad altissimi rischi di valanghe e scariche di ghiaccio. Il padre di Fredrik, durante una conversazione alle 16.00 ore locali circa, è stato dell’opinione che non si dovevano prendere altri rischi o pericoli e che si doveva quindi lasciare il corpo di Fredrik li, di fronte alle montagne che più amava, il Chogolisa e il Laila Peak.
Pochi minuti fa (circa alle 18.15) Gerlinde si è collegata dal campo II. La caduta di sassi, una rottura di una corda e le soste precarie hanno reso la discesa molto difficoltosa. Ora aspetteranno il freddo notturno e la fine delle scariche di sassi per scendere al campo base.
Tutti noi dobbiamo dire addio ad un uomo incredibilmente gentile. Fredrik Ericsson era probabilmente il più forte alpinista di tutti noi, qui al Campo Base, ed era molto amato. Come nessun altro ha sempre diffuso buon umore, era sempre ottimista e ci ha contagiato con la sua passione per l’alpinismo e le ripide discese con gli sci. Caro Fredrik, eri una persona buona e questo ci rimarrà sempre come fantastico ricordo. Tutti i nostri pensieri sono per i tuoi genitori, i tuoi parenti ed amici.
Ralf Dujmovits dal campo base del K2
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