Pakistan: nuova via nella Nangmah Valley
I portoghesi Leopoldo Faria, Rui Rosado, Ana e Bruno Silva Gaspar hanno aperto “Off-Dido” (7a+ 550m) nuova via sul Babar Wall nella Nangmah Valley in Pakistan.
Dopo il Messico di questa primavera, in estate è stata la volta di Pakistan per il portoghese Leopoldo Faria che, assieme a Rui Rosado, Ana e Bruno Silva Gaspar ha aperto "Off-Dido" (7a+ 550m) sul Babar Wall nella Nangmah Valley in Pakistan. Pubblichiamo di seguito il suo report che include tra l’altro una breve testimonianza della drammatica situazione che il Pakistan ha vissuto e sta ancora vivendo a causa dell’immensa inondazione che l’ha colpito. Per questo rimandiamo a AGIRE, l’agenzia Italiana Risposta Emergenze che raggruppa alcune tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia. Segnaliamo inoltre il pensiero di Adriano Sofri su larepubblica.it, sulla situazione in Pakistan ma non solo.
Pakistan 2010
di Leopoldo Faria
Quest’estate ho deciso di andare ad esplorare il potenziale delle big wall in Pakistan, insieme a tre amici portoghesi, Rui Rosado, Ana e Bruno Silva Gaspar. Avevamo un mese e mezzo a disposizione per la spedizione, quello che non sapevamo però era che la parte più difficile sarebbe stata raggiungere le montagne. Infatti, il nostro team è stato bloccato a Islamabad a causa delle inondazioni senza precedenti che hanno causato un’enorme disastro in tutto il Pakistan, provocando caos totale e in cui sono stati vittime migliaia di persone. Dato che la strada per Skardu (la città punto di partenza per le montagne del Karakorum) era chiusa con molti ponti distrutti, e gli aerei non volavano per il maltempo, la nostra unica chance è stata quella di noleggiare una jeep e partire verso una grande avventura per cercare di arrivare a Skardu. Dopo 3 giorni di difficile guida e molti momenti di non-ritorno siamo finalmente riusciti a raggiungere Skardu, e da qui ci aspettavano soltanto altre cinque ore in jeep per arrivare finalmente a Kanday ed iniziare il trekking verso il campo base dell’ Amin Brakk. Purtroppo anche una parte della strada per Kanday è stata bloccata, così è arrivato il tempo di mettersi in cammino aggiungendo altre sei ore al nostro trekking! Lungo la strada abbiamo potuto vedere la distruzione causata dalle gigantesche rocce che, cadendo, hanno trascinato via le case e distrutto la vita di alcuni villaggi. Anche se abbiamo portato alcuni aiuti alle popolazioni locali, abbiamo sentito una grande impotenza nel non poter fare di più.
Off-Dido (7a+ 550m), Babar Wall, Nangmah Valley in Pakistan.
Il nostro primo obiettivo di questo viaggio era quello di arrampicare nella Charakusa Valley, ma visto la sfortunata situazione che il Pakistan sta vivendo e visto che eravamo a corto di tempo, siamo stati costretti a cambiare i nostri progetti e scegliere un luogo più vicino. Così, abbiamo scelto di esplorare la splendida Nangmah Valley. Questa verde valle ha ancora un grande potenziale con molte possibilità di nuove vie quindi, dopo aver esplorato le pareti attorno al nostro campo base, abbiamo individuato una fessura che sale una bella parete inviolata vicino all’ Amin Brakk.
Arrampicare in alta quota (attorno ai 5000m) non è stato facile e cercare di arrampicare in libera non è stata una passeggiata. Molte fessure erano coperte di piante e di terra, costringendoci ad alcune sedute di pulizia per poter poi arrampicare in libera. Questo a parte, abbiamo potuto godere di un’eccellente arrampicata di fessura, con un sacco di emozionanti offwidths! Dopo 4 giorni di fatica, quando avevamo già raggiunto terreno facile a soltanto due tiri dalla vetta, si è rotta all’improvviso una piccola presa. Ero su una placca facile, impossibile da proteggere, e dopo 12 metri di volo sono schiantato contro una piccola cengia, rompendomi il polso e i legamenti nel piede. Ci ho messo quattro ore e un sacco di dolore per arrivare a terra, ma alla fine ci siamo riusciti.
Nonostante il fatto che avevamo raggiunto terreno molto facile, sarebbe stato bello arrivare in cima alla parete. Tuttavia, con tutte le situazioni che abbiamo vissuto, siamo molto contenti di essere riusciti a scalare in Pakistan quest’anno, e molto soddisfatti della nostra via. Molto probabilmente è la prima salita di questa parete, che abbiamo chiamato Babar Wall, in onore del nostro cuoco.
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