La sud della Presolana e la via Ester. Di Ivo Ferrari
Arrampicata: Ivo Ferrari e la parete sud della Presolana, Prealpi Bergamasche.
La Presolana è una montagna come tante: lungo avvicinamento, corto avvicinamento, roccia sana e a volte friabile. La Presolana è famosa anche per il suo magnifico tempo, umidità e nebbia la rendono spesso, molto frequentemente, invisibile!
Ci sono anche le giornate di sole pieno, senza una nuvola, dove i colori delle sue rocce superano di gran lunga ogni immaginazione. Il profumo della Nord, forte e deciso, il profumo della Sud, delicato ed allietato dal suono dei campanacci delle mucche al pascolo …
La Presolana, che da ragazzo era la meta dei fine settimana, uguali e sempre diversi: una miriade di linee segnate su una “guida” piena e con poco spazio, una carrellata di sogni nella testa e tanta voglia di realizzarli. La Sud per comodità automobilistica e “avambraccistica” era la nostra Montagna, il piccolo Bivacco arancione la nostra casetta delle “vacanze”, in estate come d’inverno. A volte niente roccia ma solo “feste”.
È la seconda volta in pochi giorni che sudo lungo il ripido sentiero. Dopo aver ripetuto una nuova via di un Amico (parete sud-ovest “Un pezzo d Stella”) qualche giorno fa, oggi grazie ad Angelo sono, anzi siamo diretti verso un ricordo, che tra non molto compirà trent’anni: la via Ester, aperta da ragazzi divenuti grandi.
Mentre salgo cerco di ricordare l’ultima volta sulla sud, ma il disordine mentale alza solamente polvere nel mio pensiero. Meglio respirare il “profumo” magico e sperare che il tempo regga. Sappiamo entrambi che dopo l’acqua di ieri oggi salirà la nebbia e, se siamo fortunati, ci bagneremo solo al ritorno!
Il freddo del primo tiro mi fa sorridere: non c’è volta che le mie dita non diventino insensibili, e pensare che a volte credo di essere un uomo da invernali! Ma son vecchio del “mestiere” e sto salendo da secondo, la corda davanti mi aiuta a riscaldarle e riscaldarmi dentro. È rimasto tutto uguale: certo, 29 anni fa non c’erano tutti questi spit e dovevano ancora arrivare i “sistematori” di vie altrui… il perforatore era, a suon di colpi di mazzetta, tutta un’altra storia.
Ma la roccia e il silenzio di oggi non sono un ricordo, ma una “normalità”. Angelo parte lungo il diedro iniziale della Ester, sale tranquillo rinviando i vecchi chiodi, la roccia va toccata con leggerezza, con amore… ma se si scala senza amore non si può capire.
Poi entrati nella “parete” ci alterniamo verso l’alto, la comodità del digitale ci aiuta ad immagazzinare immagini, io ho una bellissima maglietta azzurra, adatta sicuramente a mettere in risalto la mia “bellezza” (?), ma importante nel suo significato: è la maglietta di Eleonora… un’amica.
I “sistematori” hanno creato delle soste veramente brutte, golfari da lavoro che la mia digitale non osa nemmeno fotografare… il moderno e il passato potrebbero veramente convivere vicini, ma ci vuole stile e non tutti noi lo possediamo!
Una via interseca la Ester, e sale a un metro da essa per qualche metro. Poi eccoci all’ultimo tiro, la nebbia lo nasconde ma Angelo che è “esperienza” lo sale evitandone i primi 10 metri… l’originale è stato frutto di un gioco incosciente di un’incosciente… un cordino marcio è lì a ricordarlo!
La nebbia, magica, profumata, veloce e silenziosa … l’aspettavo con voglia, lei porta quel “freddo” che ti allontana ancora di più dalla normalità, porta la calma e la consapevolezza che il non vedere riesce ad amplificare il vuoto e la grandezza della Montagna.
Alla base ci stringiamo la mano, Angelo è un Amico e un bravo alpinista, spinto da una passione quasi maniacale… un santo in confronto al sottoscritto!
Grazie Presolana, Grazie Angelo, Grazie Eleonora, Grazie Ester … E GRAZIE Federica che non vedi l’ora che rientri a casa (o forse no!).
di Ivo Ferrari
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Per Eleonora Delnevo: www.gofundme.com/lolibacktothetop
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